Action Park: storia del parco a tema più pericoloso d'America
4 Luglio 1978, New Jersey, nei territori di un’impianto sciistico apre Action Park. Eugene Muhvihill, attraverso la società Great American Recreation sarà il nuovo gestore e proprietario di questo folle parco. Essendo già proprietario di vari impianti sciistici, gli venne questa geniale idea di utilizzare quei territori anche in estate per la creazione di un parco acquatico-meccanico molto particolare: un modo semplice per fare soldi anche in estate, peccato però che tutto fu costruito al risparmio e senza un minimo di sicurezza. Il Mel Magazine sostiene che le attrazioni “sembravano uscire dalla mente di un bambino squilibrato che non aveva contezza del concetto di m*rte”. Ma andiamo con ordine: le prime attrazioni realizzate furono una pista per bob che utilizzava la seggiovia dell’impianto sciistico per arrivare in cima, dopo arrivarono gli scivoli e le piscine. Durante il suo periodo di massimo splendore, Action Park contava quasi 80 attrazioni divise in tre grandi aree tematiche: Alpine Center, Waterworld e Motorworld. Lo slogan del parco fu: “There is nothing in the world like Action Park”, uno slogan semplice che con gli anni assunse un doppio significato; in quale parco del mondo, solo se sei molto fortunato, torni a casa con qualche ferita? La storia di questo parco è molto lunga e complessa e alcune fonti ed avvenimenti, la maggior parte delle volte, non coincidono; per evitare false notizie, mi limiterò a descrivervi le assurde attrazioni che aveva il parco, alcuni incidenti confermati e i motivi del suo declino.
Il Cannonball Loop
Mirabilandia ha Katun e iSpeed, Gardaland ha Oblivion e Raptor, Magicland ha Shock e Action Park aveva il cannonball loop: la più gettonata, un rituale, l'attrazione che bisogna obbligatoriamente fare. C'è solo una differenza: Katun, iSpeed, Oblivion, Raptor e Shock possono fare paura ma sono incredibilmente sicuri, il cannonball loop... beh, non lo era tantissimo. Il funzionamento è molto semplice, lo potete vedere in foto: uno scivolo al chiuso con un'inclinazione di circa 45 gradi e un minuscolo, semplice e doloroso giro della morte.
Durante i pochi test effettuati prima dell'apertura, i manichini utilizzati riportavano frequenti danni, come la perdita di braccia, gambe e anche della testa. Nonostante ciò, la direzione del parco decise di testare l'attrazione anche sugli esseri umani. Per la prima volta, un ragazzo indossò una tuta da sci completa per evitare lesioni (offerta gentilmente dalla direzione) e lo provò. Fortunatamente il ragazzo uscì illeso e la direzione decise di aprirlo al pubblico.
Gli incidenti sull'attrazione furono innumerevoli, ma a mio parere la peggiore cosa che potesse accadere era quella di non riuscire a completare il giro a causa della scarsa velocità. In questo caso, si rimaneva bloccati all'interno dello scivolo e si doveva aspettare che lo staff aprisse un piccolo sportellino per uscire, sperando di non essersi fatti male.
Una delle pochissime foto originali del Cannonball Loop
I Go-Kart fuori controllo
Spostiamoci dalla zona acquatica del parco ed arriviamo al Motorworld: l'area tematica dedicata al mondo delle corse! Le attrazioni principali erano i go-kart, le monoposto e i carri armati; sì, avete letto bene, potevamo addirittura guidare dei carri armati che sparavano palline da tennis (immaginatevi quando lo staff doveva interrompere questa folle guerra e mettersi al centro dell'arena). Ma non siamo qui per parlare di ciò: il più grande problema dell'area era la pericolosità dei go-kart e delle monoposto, non solo perché erano totalmente assenti dei sistemi di sicurezza ma bensì perché il limite di velocità imposto dalle vetture poteva essere aggirato in maniera estremamente semplice: mettendo in un certo posto del veicolo una pallina da tennis (rubata dalla zona dei carri armati lì vicina), le vetture non avevano più limiti e potevano essere guidate a tutta velocità. La cosa più assurda? Anche lo staff del parco era a conoscenza di questa falla di sicurezza e invece che parlarne con la direzione o di trovare una soluzione al problema, acconsentivano a farlo e talvolta anche spiegavano ai visitatori come usare questo trucchetto per chi non ne era a conoscenza. Un parco totalmente al contrario, sia dal punto di vista delle attrazioni ma anche da parte dello staff. Tutti erano complici di quel folle esperimento chiamato Action Park.
I Go-Kart e Motorworld
La Piscina-Tomba
Ormai tutti sappiamo quanto fosse difficile trovare qualcosa di sicuro ad Action Park e la piscina ad onde non faceva eccezione: nelle giornate di alta affluenza era stracolma di persone in balia delle onde artificiali, ma se il problema fosse stato solo la quantità spropositata di bagnanti, non staremmo qui a parlarne. Innanzitutto, l'accesso era libero, senza limiti di altezza o di età: anche bambini piccoli si buttavano senza preoccuparsi troppo (molti dei quali non sapevano nemmeno nuotare). I bagnini che sorvegliavano la piscina erano per lo più adolescenti senza alcuna esperienza nel campo del salvataggio dei bagnanti e potevano fare ben poco per soccorrere adulti e bambini in difficoltà. Inoltre, nel parco era molto semplice comprare e consumare alcolici. Le istruzioni erano scritte solo in inglese, ma moltissimi visitatori del parco erano ispanici e spesso non riuscivano nemmeno a informarsi sulle 'norme' (se così possiamo chiamarle) del parco.
Ufficialmente sono state registrate tre m*rti nella piscina ad onde, oltre a un numero innumerevole di feriti e chissà quanti altri ancora...
Ecco perché la fantomatica piscina ad onde di Action Park fu soprannominata 'Piscina tomba'.
La piscina ad onde originaria
Class Action Park
1996, 18 anni dopo la sua apertura, il parco degli orrori chiude i battenti. La famiglia e la Great American Recreation erano sommersi di debiti: tra innumerevoli cause legali in corso ancora non risolte, avvocati da pagare e visitatori sempre meno presenti. Inoltre, le varie assicurazioni si rifiutarono di coprirlo a causa dell'elevata responsabilità che si dovevano assumere.
Solo 2 anni più tardi, clamorosamente, riaprì: stesso nome, ma una nuova gestione. Iniziarono i primi interventi di riqualifica e messa in sicurezza delle attrazioni. Attrazioni iconiche come il Cannonball Loop e il Salto di Tarzan furono assurdamente riaperte per un breve periodo, modificate e più o meno messe in sicurezza, ma comunque aperte. Il parco, però, non riuscì a recuperare lo splendore dell'originale e cadde subito nel dimenticatoio dopo essere riacquistato e aver cambiato nome più volte.
Nel 2012, Eugene, il proprietario originale del parco, dopo aver tentato di riacquistarlo, morì. Suo figlio Andy, ex capo bagnini del parco dedicò un libro alla creatura mostruosa di suo padre: potete trovare il libro su Amazon in lingua inglese cercando semplicemente "Libro Action Park".
Nel 2018 gli fu dedicato un film: Action Point, che ebbe risultati scadenti al botteghino; nel 2020, invece, HBO gli realizzò un documentario intitolato "Class Action Park", (un gioco di parole e il soprannome che il parco ebbe prima di chiudere) che ebbe un discreto successo.
Locandina di “Class Action Park” prodotta da HBO
Action Park oggi
Mountain Creek Waterpark è il successore spirituale di quello che fu Action Park. Le informazioni sulla gestione attuale e passata del parco acquatico non sono del tutto chiare, pertanto vi dirò (non con assoluta certezza) ciò che sono riuscito a trovare. Fu la stessa famiglia proprietaria di Action Park a voler riprovare ancora una volta l'iniziativa imprenditoriale proposta da Eugene Muhvihill. Quello che fecero fu creare Mountain Creek Waterpark, un parco profondamente diverso e senza alcun riferimento al suo predecessore (o quasi). Attualmente, il parco si presenta come un normale parco acquatico americano: offre una buona varietà di scivoli per bambini e alcuni più estremi per gli amanti dell'adrenalina. Per gli esperti, c'è qualcosa di familiare: alcuni scivoli sono (quasi) gli stessi di Action Park, ma sono stati profondamente rivisitati per rispettare gli standard di sicurezza del nuovo millennio. "Colorado River", "Thunder Run" e "The Gauley" sono tre scivoli da percorrere a bordo di gommoni di varie dimensioni che incarnano lo spirito di Action Park. Vi ricordate del salto di Tarzan? "Bombs Away" e "Cannon Cliff Jump" hanno all'incirca lo stesso principio. La piscina ad onde è rimasta la stessa, ma con bagnini qualificati. Una chicca particolare sono le avvertenze sulle mappe del parco, che tradotte recitano: "FERITO AL PARCO? SEGNALALO! Qualsiasi lesione o danno a un ospite deve essere segnalato immediatamente ai servizi medici di emergenza di Mountain Creek. Gli ospiti devono segnalare per iscritto a Mountain Creek tutti i dettagli di qualsiasi incidente il prima possibile, ma in nessun caso più di 90 giorni dal momento dell'incidente per NJ.S.A 5:3-57. Numero di telefono EMS: (973-864-8888)"